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La storia

Una scuola è da ritenersi veramente tale quando è in grado di offrire un servizio di qualità, quando svolge il suo ruolo di insegnare, quando educa i suoi giovani ad essere cittadini consapevoli dei loro diritti e dei loro doveri, quando opera in sinergia con il territorio e ne conosce gli umori e i problemi, quando diventa un punto di riferimento culturale e sociale, quando è un presidio delle istituzioni. La scuola Orazio di Pomezia, nei quarant’anni della sua storia, pur tra mille difficoltà, è stata ed è tutto questo. Sabato 22 maggio erano quasi in duecento: presidi e insegnanti, vecchi e nuovi dell’Orazio, e personale Ata a festeggiare presso l’Hotel Antonella, il bellissimo compleanno dei primi quarant’anni di questa scuola. Sono tanti quarant’anni in una città come Pomezia che ne ha soltanto settantadue. Sono la stessa storia della città perché dall’Orazio sono passate intere generazioni di pometini, i padri e poi i figli ed ora incominciano ad arrivare anche i nipoti, in una continuità che ha qualcosa di straordinariamente bello. Perché la scuola non è solo una istituzione ma diventa parte della stessa storia di una famiglia e di una comunità. La scuola media Orazio viene istituita nel 1970 con una prima sede in via Orazio, in una palazzina privata, poi cresce e vengono trovati altri locali di fortuna in varie parti della città. Nel 1976 si trasferisce nell’attuale sede di via Fratelli Bandiera, un’altra data importante è il 1999 quando diventa Istituto Comprensivo Orazio acquisendo oltre che la scuola media anche la scuola elementare di via Cincinnato e la scuola materna di via Singen. L’Istituto Orazio porta avanti dalla materna, alle elementari e poi alle medie un percorso didattico di qualità impegnando tutte le sue energie al servizio dei suoi oltre mille studenti. Una scuola è tale anche per i suoi progetti e l’Orazio, nell’arco degli anni, ne ha fatti tanti e fondamentali. Ricordo la realizzazione delle porte del Comune, gli scambi culturali con Singen, il progetto Scuola-Museo, le tante iniziative dei suoi laboratori di artistica, di musica, di informatica, di tecnica, di lingua italiana e straniere, di matematica e scienze, le sue attività sportive, i suoi campi scuola in Italia e all’estero, i Larsa, l’orientamento, l’intercultura, la sicurezza, la salute, l’educazione stradale, l’educazione alimentare e ambientale, il sostegno ai portatori di handicap, l’inserimento di bambini stranieri. Una scuola sempre pronta a coinvolgere anche professionalità esterne e a partecipare ad iniziative di altri enti atti a migliorare l’offerta formativa. Ricordare tutti i presidi, i professori, il personale non docente, i presidenti ed i membri dei consiglio di istituto che hanno contribuito alla crescita dell’Orazio è quasi impossibile, a loro va il doveroso ringraziamento come va a quegli amministratori pubblici ed istituzioni che hanno aiutato la scuola. I nomi degli assenti spesso si rincorrevano in sala accompagnati da dolci ricordi. Spesso i ricordi sono andati anche a chi non c’è più come il prof. Adolfo Prastaro, per tanti anni preside dell’Orazio, deceduto due anni fa, e la prof.ssa Giovanna Minardi anche lei recentemente scomparsa e tra i primi insegnanti dell’Orazio. Sono stato un professore dell’Orazio per venticinque anni e sono orgoglioso di avere lavorato con tante persone degne di stima e di aver dato il mio contributo a far crescere la scuola. Lo stesso sentimento l’ho avvertito negli altri ex dell’Orazio, che come me sono in pensione o che si sono trasferiti in altre scuole vicino casa, e che hanno voluto esserci per testimoniare il loro affetto per i loro ex colleghi e per questa scuola. La scuola è proprio vero mantiene giovani e trasmette allegria. Bravi il prof. Taccone e le prof.sse Biagi, Sacco e Brogelli che hanno promosso questo primo raduno e organizzato magnificamente questo incontro. L’infaticabile preside Marco Coluzzi, oltre all’Orazio, visto il grande successo dell’iniziativa ha già proposto di non aspettare il cinquantesimo anniversario ma di riproporre ogni anno questo raduno. Quindi se tutto va bene l’appuntamento è per il prossimo anno il quarantunesimo, già da ora mi raccomando, non deve mancare nessuno!

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